Il ministero della Salute conferma il finanziamento per il nuovo ospedale di Teramo

TERAMO – I timori del direttore generale Roberto Fagnano su un eventuale passo indietro del Governo sul canale di finanziamento del nuovo ospedale per acuti a Teramo, sembrerebbero essere fugati dalla decisione del ministero della Salute di indicare, in una lista di 15 priorità, anche il nosocomio cittadino. L’indiscrezione è di ieri e inserisce il nuovo Mazzini tra le opere da realizzare con i fondi in capo alla presidenza del Consiglio, disposti attraverso la legge di bilancio 2017. Non è la cifra, 106 milioni di euro, che ‘La Città’ aveva anticipato il 24 luglio scorso, ma 81,6 milioni, che sono somma pur consistente, seconda per stanziamento soltanto a quella da 156 milioni che potrebbe essere assegnata per costruire l’ospedale di Cesena. Il timore potrebbe essere fugato ma al quinto piano di circonvallazione Ragusa la direzione strategica dell’azienda sanitaria non fa capriole. Non tanto per il ‘taglio di circa 25 milioni sulla somma iniziale, conquistata tra le pieghe del bilancio da un’attività in sordina portata avanti dall’inizio dell’anno, quanto per la consapevolezza che il percorso ancora lungi dall’essere definito in concreto. Tanto che la notizia della possibile assegnazione di 81,6 milioni viene presa come una pellicola al negativo, ovvero: ‘meno male che non ce li hanno tolti’. Eppure, lo schema di decreto del ministro della Salute è pronto per essere discusso in conferenza Stato-Regioni, perchè i finanziamenti statali impongono l’intesa istituzionale dopo la recente pronuncia della Corte Costituzionale.
Gli 81 e passa milioni destinati al nuovo Mazzini fanno parte dei 287 della prima parte del fondo investimenti della Presidenza del Consiglio e il riferimento specifico è alla legge di Bilancio 2017, all’articolo 140. E’  vero che su alcuni finanziamenti di questa tipologia – come ad esempio quelli del fondo di 36 miliardi a disposizione di Palazzo Chigi a cui fa riferimento una seconda lista di altre 9 priorità ma rimasta bozza di decreto mai perfezionata – il Governo Lega-M5S potrebbe avere altri programmi con un altro schema di riparto, il ministero della Salute presentando questi interventi prioritari ha confermato l’attualità degli stessi.
Il decreto all’esame del tavolo Stato-Regioni prevede altri interventi di edilizia sanitaria e di finanziamenti a istituti di ricerca: ci sono l’Istituto di ricovero Bonino Pulejo – Centro neurolesi di Messina, quattro ospedali nel Lazio di cui il principale finanziamento è quello per l’adeguamento e messa a norma del presidio ospedaliero di Sora (Frosinone) e di quello per la messa a norma del presidio ospedaliero Giovan Battista Grassi di Ostia.
Il canale è quello stesso anticipato allora da ‘La Città’: non si passa dai fondi previsti dall’ex articolo 20 delle legge dell’88 che statuiva gli interventi in materia di edilizia sanitaria e che costituirebbero parte attiva del bilancio della Asl, bensì dal fondo investimenti strutturali. Tanti per intendersi sono gli stessi ai quali si fa ricorso adesso per il ponte Morandi di Genova. La palla al balzo ad inizio anno è stata presa dal direttore generale Fagnano e dall’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci, facendo riferimento a una delle finalità previste, la prevenzione del rischio sismico. Un problema purtroppo attualissimo per il Mazzini e da qui la richiesta di accesso al finanziamento. Si tratta però di una procedura molto lunga, un passaggio della quale è appunto il tavolo Stato-Regioni per la condivisione del finanziamento. Ma arrivarci, checchè se ne dica, è punto decisamente a favore verso la probabile concretizzazione dello stanziamento. L’area su cui dovrebbe sorgere il nuovo ospedale è quella su cui si è discusso nel recente passato, si tra lo stadio di Piano d’Accio e il torrente Fiumicino, lungo la Teramo-Mare. Un’area non eccezionale nei giudizi della stessa Asl, ma comunque la migliore rispetto alle alternative individuate a suo tempo per collegamenti infrastrutturali (statale, superstrada, ferrovia). Un progetto su cui anche i due ministeri competenti, Salute e Infrastrutture, si sono detti favorevoli. La bozza di decreto ministeriale adesso riprendere il cammino che si era momentaneamente interrotto con il cambio del Governo.